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Lorenzo Madaro - ARTRIBUNE

 

IL MUSEO RIBEZZO DI BRINDISI OSPITA LA MOSTRA DI FATE VELAJ, ARTISTA ALBANESE CHE TENTA DI AFFRONTARE I GRANDI TEMI DELLA CONTEMPORANEITÀ.

 

Sul ruolo dell’artista come operatore attivo di responsabilità sociali e politiche Fate Velaj (Valona, 1963) ha impostato tutto il suo lavoro sistematico di fotografo, pittore, politico e divulgatore tra la sua terra – l’Albania –, l’Italia e diverse geografie europee. Occhi, braccia, visi, contesti, ma soprattutto storie: la mostra che l’artista propone nel Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi è un viaggio che ci consente di confrontarci con ciò che ha saputo indagare attraverso una Leica dall’obiettivo insieme delicato e potente.

DIALOGO E MIGRAZIONE

Ha sempre avuto un approccio empatico con i suoi interlocutori, Velaj, che li ha ritratti dopo aver instaurato un dialogo tra sguardi, il suo e quello dei protagonisti dei grandi scatti che nel museo di Brindisi evidenziano storie di drammi personali e memorie corali di popoli interi, trasformazioni ineguagliabili. Non è un caso che il progetto – promosso da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Polo biblio-museale regionale – sia approdato qui, dove 25 anni fa 25mila albanesi sbarcarono sulle coste della città con un carico di drammi e un desiderio vivo di ricominciare. Perciò il primo ministro albanese, Edi Rama, all’inaugurazione della mostra ha lanciato l’idea della nascita di un museo d’arte contemporanea dedicato al grande tema della migrazione. E Brindisi è il luogo giusto per questo progetto.